La bellezza della Città Eterna è indiscutibile. Ce lo ha ricordato Paolo Sorrentino con il film trionfatore agli Oscar 2014, La Grande Bellezza, ma dare un tocco contemporaneo all’arte moderna e antica di Roma, non sarebbe poi così male. Ci ha pensato l’artista sudafricano William Kentridge che, con il progetto Triumphs and Laments, vorrebbe dare un aspetto originale agli argini del lungotevere, tra ponte Sisto e ponte Mazzini. Nel cuore della città.
Il condizionale non è un caso perché ieri, in occasione del William Kentridge live a Roma, la cerimonia di presentazione – su invito – del progetto che si è tenuta al museo MAXXI, non hanno partecipato le Istituzioni. Su tutti, il sindaco, Ignazio Marino.
Una sconfitta per l’artista? Un riconoscimento mancato? Assolutamente no.Kentridge ha coinvolto invece critici, giornalisti e personalità come l’artista Franco Losvizzero e l’ex direttore del museo MACRO Bartolomeo Pietromarchi, per uno dei suoi progetti più importanti incassando numerosi consensi.
Maturata dopo 12 anni di studi con la collaborazione dell’artista statunitense Kristin Jones, l’opera è una cronistoria della città attraverso 90 figure mitologiche: lunga 550 metri, poesia e politica si incontrano con l’antichità di Roma.
Le produzioni di Kentridge sono perlopiù incisioni o animazioni realizzate con disegni a carboncino, ma in questo caso le immagini risulteranno da una pulitura selettiva dello smog presente sui muraglioni e che col tempo saranno destinate a sbiadire. Una trovata eco-friendly per la tutela dei monumenti storici, ma si tratta di un progetto che per motivi burocratici, ad oggi risulta bloccato. Continua su Wired.