Non una location qualunque, ma la bellissima cornice rinascimentale di Palazzo Strozzi a Firenze che, fino al 25 gennaio 2015, ospita la mostra Picasso e la modernità spagnola. Novanta le opere provenienti dalla collezione del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid attraverso le quali il pubblico è invitato ad ammirare il genio artistico non solo dell’arte di Pablo Picasso, bensì anche di altri pittori spagnoli come Juan Mirò, Salvador Dalì, Juan Gris, Maria Blanchard e Julio Gonzales.
Riflettere sull’influenza artistica di Picasso nella produzione dei colleghi ispanici è l’obiettivo dell’esposizione curata da Eugenio Carmona.
Opere di spessore internazionale compongono un percorso inedito non solo artistico, ma anche storico in rappresentanza di un periodo singolare per la Spagna del XX secolo, caratterizzato da cambiamenti e avvenimenti storici di grande rilievo come la guerra civile (1936-1939).
Il pittore e la modella, Il ritratto di Dora Maar e La testa di cavallo di Picasso, La figura e uccello nella notte e Siurana, il sentiero di Miró e Arlecchino di Dalì, sono solo alcune delle opere in esposizione.
Inoltre, i disegni, le incisioni e i dipinti preparatori per la Guernica (1937) di Picasso si possono ammirare in tutta la loro drammaticità per la prima volta fuori dal confine spagnolo, in una vasta collezione.
E in quest’ultima opera, probabilmente la più significativa della produzione del maestro e di questa mostra, che Picasso esprime un concetto chiaro, contemporaneo e profondo della condizione non solo umana, ma anche della società spagnola del 1937.
Come nasce il dipinto olio su tela e perché il nome Guernica?
Si trovava impegnato nel suo studio in un edificio nei pressi della Senna, in Francia, quando Pablo Picasso cercava ispirazione per un dipinto dedicato alla sua Spagna da esporre in occasione della Mostra Internazionale di Parigi. Era il 1937 e di lì a poco venne a sapere del più grande bombardamento aereo mai avvenuto prima ad opera dell’aviazione nazi-fascista, proprio sulla città di Guernica, a Nord della Spagna.
Quel bombardamento che rase al suolo ogni cosa, fu solo un’anticipazione di quello che poi si sarebbe verificato durante la Seconda guerra mondiale. Così, attraverso precise iconografie, in circa due mesi, il maestro decise di rappresentare in toni di grigio (come ad evidenziare la morte e la perdita di speranza), la profonda drammaticità che viveva il suo Paese. Continua su Wired.