Galleria Alfonso Artiaco, Napoli ‒ fino al 20 ottobre 2018. La galleria napoletana ospita le riflessioni sulla materia dell’artista belga.
A Napoli Michel François (Saint-Trond, 1956; vive a Bruxelles) presenta una serie di opere per le quali sono stati impiegati differenti materiali, sia di scarto industriale che di uso comune, riproponendoli in una veste del tutto nuova, col fine di dare loro una vita che tende sempre a una continua evoluzione.
Fotografie, sculture e installazioni sembrano così emergere dalle mura della galleria, alcune di esse alla ricerca del proprio significato, che si genera solo grazie all’interpretazione del visitatore. Primeggia la serie di polpi di stampo iperrealistico: tre bassorilievi in ceramica in cui lo smalto e il materiale stesso della ceramica sembrano stridere con quella che è la potenza dell’inchiostro nero, arma di difesa di uno degli animali tra i più intelligenti del pianeta. In due sale distinte della galleria si palesano due particolari sfere, che sembrano invece rimandare vagamente a un occhio o magari a una testa, e la cui interpretazione, non essendo appunto esplicita, è lasciata al fruitore.
LEGNO, CERAMICA E ALLUMINIO
Tra i materiali scelti dall’artista belga, oltre al legno di alcuni cubi fissati alle pareti come meteore che lasciano la propria scia, e alla ceramica, è presente anche l’alluminio. Una colata argentata origina una scultura astratta che sottolinea la trasformazione del materiale nello stato liquido-solido, mentre, in un’altra sala, un cubo di alluminio di grandi dimensioni e dai riflessi azzurri comunica allo stesso tempo la sua imponenza e la sua precarietà.
La mostra è stata pensata esclusivamente per la galleria di Alfonso Artiaco: l’alluminio è stato fornito da un’azienda di laminazione di San Marco Evangelista, in provincia di Caserta, mentre a Vietri sul Mare, in Costiera Amalfitana, presso la Santorielab, è stata realizzata la serie dei polpi. Con questa esposizione François precisa che esiste sempre un nuovo modo di percepire la realtà, dove tutto ritorna possibile, con luci e forme diverse.
Per Artribune.