Share the post "Marina Abramovic lancia ‘Immaterial’, una piattaforma per l’arte immateriale"
Immaterial. Si chiama così il primo giornale online lanciato da Marina Abramovic, la ‘grandmother’ della performance art degli anni Sessanta e Settanta.
È una piattaforma multidisciplinare che raccoglie materiali multimediali di tecnologia, natura, teatro, musica, film e le interviste dell’artista concettuale archiviate nel corso della sua carriera. Un luogo interattivo che si avvale di importanti collaborazioni di specialisti tra cui il video game maker Pippin Barr e tra gli altri, in qualità di contributor, Suzanne Dikker, Paula Garcia, Lisa Park, Lynsey Peisinger e Dolan Morgan. Un magazine da cui attingere informazioni in tempo reale con la possibilità di confrontarsi con lo staff della performer.
L’idea di una piattaforma digitale nasce a seguito del progetto più importante – forse – della carriera dell’artista, il Marina Abramovic Institute: un concept architettonico in fase di realizzazione ad Hudson, New York, dedicato sia ai giovani talenti dell’arte e sia per offrire un riferimento fisico e continuo nel tempo al modus operandi artistico riproducibile e ‘immateriale’ delle performance della Abramovic.
L’obiettivo di questo progetto di cui è direttore Serge Le Borgne, è quello di conoscere meglio sè stessi grazie a un particolare metodo che porta il nome della fondatrice serba: the Abramovic method. Una conquista maturata dopo tre performance che l’artista ha realizzato in giro per il mondo fino al 2010: The house with the ocean view (2002), Seven easy pieces (2005) e The artist is present (2010) che col tempo hanno definito il modo di interagire della performer con il pubblico attraverso minerali, strutture in legno, percezioni spazio-temporali stando seduti, sdraiati, in piedi, nudi o vestiti, al buio o con la luce. Continua su Wired.