Dopo la mostra Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti a palazzo Cipolla, in via del Corso a Roma, dal 14 marzo al 19 luglio 2015 è la volta di Torino ad accogliere l’artista livornese in Modigliani e la Bohème di Parigi nella Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea (GAM).
Circa 90 opere che intorno alle figure di Amedeo Modigliani, degli artisti Juan Gris, Constantin Brancusi, Pablo Picasso, Louis Marcousiss, Leopold Survage e ancora di Soutine, Chagall e Utrillo, raccontano la Parigi postbellica tra pittura e scultura.
Proprio nel primo Novecento, tra i quartieri della capitale francese di Montmartre e Montparnasse, nasce la corrente Ecolè de Paris dove alcuni artisti stranieri, ad eccezione di Henri Matisse e Pierre Bonnard, raccontano la vita del primo dopoguerra.
Il giovane ragazzo rosso, Lolotte, Il ritratto di Soutine, Jeanne Hèbuterne e La ragazza rossa sono alcune opere che completano la mostra torinese curata da Jean-Michel Bouhours e prodotta da Mondo mostre e Skira editore; un’esposizione suddivisa in cinque percorsi che mettono a confronto perlopiù tecniche e interpretazioni della realtà bohémien attraverso la scultura, la pittura e la fotografia: Amedeo Modigliani, Modigliani/Brancusi e la scultura, La bohème parigina, Il cubismo, Il nuovo umanesimo della scuola di Parigi.
Un percorso itinerante che non prevede alcuna sezione interattiva o app dedicata, come sempre più spesso gli addetti ai lavori cercano di pianificare per favorire una maggiore interazione del pubblico con le opere d’arte, ma la Fondazione Torino Musei che da anni si impegna a garantire a tutti l’accessibilità all’arte, anche in questa occasione propone progetti per persone con disabilità attraverso l’uso di mappe, percorsi tattili, visite guidate con traduzione LIS e laboratori creativi, dove i non vedenti possono creare modelli tridimensionali con argilla e altri materiali.
Inoltre, per approfondire la vita privata, quindi non solo artistica di Modì, sono previsti diversi workshop pomeridiani.
Appena adolescente, lo stile unico ed essenziale di Modigliani prende forma in Toscana presso gli studi di Gugliemo Micheli e di Giovanni Fattori fino a quando non si trasferisce nel 1906 a Parigi ed entra in contatto con i gruppi di avanguardia, soprattutto con i Fauves, dove diventa famoso per i suoi nudi, i ritratti dal collo affusolato e anche grazie alla sua musa ispiratrice, Jeanne Hèbuterne, la diciannovenne conosciuta nel 1917. Modì è uno di quegli artisti maledetti che hanno fatto della loro vita quasi una leggenda: una relazione con Jeanne lunga quasi tre anni a cui l’artista dedica molte opere fino alla sua morte avvenuta per tubercolosi e con il conseguente tragico epilogo del suicidio di lei (incinta di pochi mesi). Una relazione ostacolata da subito dai coniugi Hèbuterne a causa di quell’amore mai tollerato per “quello strano ebreo italiano e alcolizzato”. Continua su Wired.