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I cavalli di Gustavo Aceves arrivano a Arezzo. Dal 16 giugno al 14 ottobre, la città toscana ospita Lapidarium: dalla parte dei vinti, una delle tappe fondamentali del suggestivo progetto itinerante e in continua evoluzione a cui l’artista lavora dal 2014. Una mostra imponente con oltre 200 opere realizzate in pietra, bronzo, resina, legno e altri materiali che verranno allestite in più luoghi del centro storico aretino (San Francesco, Sala Sant’Ignazio, Sagrato del Duomo, Piazza Vasari, Fortezza Medicea), sull’idea del viaggio, della migrazione.
Con questo progetto infatti, Aceves, uno dei massimi interpreti dell’arte contemporanea a livello mondiale, intende ricreare idealmente le peregrinazioni della “Quadriga di San Marco”, opera che l’artista messicano, appena ventenne ebbe modo di ammirare nella sua Città del Messico, restandone folgorato. Erano gli anni ’70 e prima di essere musealizzati, quegli antichissimi cavalli bronzei provenienti da Costantinopoli, percorrevano un ultimo giro attorno al mondo, che avrebbe messo fine alla serie di migrazioni delle quali, sin dal XIII secolo, erano stati protagonisti.
Da lì, per Aceves, l’idea dare vita ad un opera che potesse ripercorrere lo stesso itinerario fatto dalla “Quadriga di San Marco”: il suo Lapidarium propone statue dedicate al cavallo, simbolo che evoca il movimento, lo spostamento.
Come nei classici lapidari museali, dove sono conservati frammenti di opere antiche con cui ricostruire la storia, anche l’opera di Aceves è caratterizzata dal “frammento”, elemento attraverso il quale ciascuno può recuperare le radici della propria storia.
Il viaggio dei cavalli di Aceves è il viaggio dei popoli migranti, una tema di grande attualità, ma che in assoluto caratterizza ciclicamente l’intera storia dell’umanità. I suoi cavalli itineranti sono mutilati, scheletrici, sopravvissuti: una sorta di monumento equestre inverso, dedicato non ai vincitori ma ai vinti, agli antieroi di ieri, di oggi, di sempre.
Non mancano poi i motivi per i quali Lapidarium: dalla parte dei vinti si sposa ad Arezzo, città il cui simbolo araldico è un cavallo e che ai cavalli affida la celebrazione della sua festa più importante: la Giostra del Saracino. Inoltre alla “Quadriga di San Marco” si legano due episodi importanti: nel 1364, fu l’aretino Francesco Petrarca, ospite d’onore ai festeggiamenti per la sottomissione di Candia alla Repubblica di Venezia, a dare annuncio dell’avvenuto trasferimento del gruppo equestre alla corte dei dogi veneziani. Infine la quadriga ha un rimando immediato a Costantino, figura importante per il percorso umano e intellettuale di Aceves la cui storia trova ad Arezzo la propria consacrazione racconto affrescato da Piero della Francesca.
Gustavo Aceves (1957, Città del Messico) attualmente vive e lavora a Pietrasanta in Italia. Ha iniziato come pittore autodidatta e in tempi più recenti si è accostato alla scultura. I suoi dipinti si sono focalizzati sulla figura umana e si sono caratterizzati per l’uso di colori forti tipici dei murales messicani. A partire dagli anni ’70 le sue opere sono state esposte in tutto il mondo dalla Biennale di Venezia alla Biennale di Pechino e figurano nelle più importanti collezioni private e permanenti, fra cui il museo della Memoria y Tolerancia di Città del Messico e i Musei Vaticani. E’ uno degli artisti proposti dalle aste di Christie’s e Sotheby. La mostra Lapidarium: dalla parte dei vinti è organizzata dalla Fondazione Guido d’Arezzo in collaborazione con il Comune di Arezzo.