Skip to content

FABIO PARIANTE

JOURNALIST

Menu
  • Home
  • Interviews
  • Collaborations
    • #MuseumWeek Magazine
    • ArtExplored
    • Artribune
    • Frontrunner Magazine
    • Wired Italia
    • Dove – Corriere della Sera
    • Discover Magazine Expedia
    • Interviews
    • Arte.it
    • Contributions
  • #MuseumWeek
  • About.Me
  • Contacts
Menu

La mostra di Daniele Sigalot in una fabbrica metalmeccanica piemontese

Posted on 12/10/202212/10/2022 by Fabio Pariante

Share the post "La mostra di Daniele Sigalot in una fabbrica metalmeccanica piemontese"

  • Facebook
  • Twitter

S’intitola Out Of Place la mostra di Daniele Sigalot (Roma, 1976) nel nuovo spazio espositivo WEM Gallery sul Lago Maggiore. Si tratta di un dialogo tra la produzione concettuale dell’artista e la start-up dell’imprenditore Marco Bracaglia di MEW ‒ Magistris & Wetzel SpA, specializzata nella produzione di assemblati metalmeccanici, nonché direttore della galleria.

Un sodalizio che dura dal 2017, da quando Sigalot realizza in fabbrica le opere per la mostra Tutto è già Vostro alla Reggia di Caserta, e nasce così l’idea dell’imprenditore di investire in progetti di arte contemporanea, tra produzione e promozione, come il programma di residenze d’artista. Out Of Place, letteralmente “fuori luogo”, dal momento che la mostra è allestita in una fabbrica metalmeccanica attiva da settant’anni, rappresenta allo stesso tempo anche la celebrazione di un percorso condiviso che consente al visitatore di comprendere (e magari di osservare) le fasi di produzione di un’opera fino al prodotto finito. Un modus operandi in cui la visita diventa esperienza.

LA MOSTRA DI DANIELE SIGALOT A ORNAVASSO

La mostra di Daniele Sigalot, a cura di Sonia Belfiore, si estende lungo i 1000 metri quadrati della WEM Gallery. A partire dall’ingresso, si scorgono le prime opere, tra cui alcune novità nella produzione dell’artista romano. Alcuni origami, infatti, emblemi di fragilità e bellezza, ripropongono uccelli, unicorni e barchette, anche all’aperto, come a sfidare la fragilità della “carta” contro gli agenti atmosferici. Non molto distante c’è la serie fotografica Superficial, in cui l’artista associa performance e fotografia in Fine Art Print; si tratta di shooting realizzati in vari luoghi d’Italia in cui il colore vivo del fumogeno che emerge dal mare contrasta i colori del paesaggio circostante, suscitando così interpretazioni disparate.

La main room ricorda un white cube in cui si alternano alcune opere di punta della produzione di Sigalot. Centinaia di paper plane si perdono improvvisamente in volo sulle pareti della galleria, mentre una serie di fogli di alluminio prendono forma armonicamente per Inconsistently Logical, mandala giganti dalle sfumature cromatiche che vanno dal blu al bianco. Già esposta lo scorso febbraio alla Galleria Nazionale di Roma, Master of Mistakes, posta al centro della main room, è un catalizzatore di idee solitarie abbandonate su fogli bianchi di alluminio in scala 1:1.

A rendere il percorso ancora più ironico e paradossale, in fondo alla sala c’è un’opera piccolissima: un post-it rosso che recita “Nothing Really Meaningful Here” (Non c’è nulla di importante qui), affisso su una parete bianca lunga circa 11 metri. Confondendo ancora una volta lo spettatore, con Bipolar Colors alcuni neon colorati affissi in una sala dedicata gli ricordano di non prendere seriamente il lavoro dell’artista.

Daniele Sigalot, Inconsitently Logical and Master of Mistakes. Courtesy the artist e WEM. Photo Zima Studio
Daniele Sigalot, Inconsitently Logical and Master of Mistakes. Courtesy the artist e WEM. Photo Zima Studio

SIGALOT E LA PERFORMANCE

A conclusione del percorso si incontrano due produzioni che delineano il lato più riflessivo e nomade di Sigalot: le 12 mappe di 12 città incise al laser su lastre di acciaio lucido realizzate nel 2021 in occasione della mostra A Portrait of Everyone, Everywhere all’Aeroporto di Milano-Malpensa, in cui chiunque può riflettere la propria immagine che trova nuova forma nella mappa di turno. E poi l’opera Enough, un countdown di 1000 anni, irreversibile, con cui Sigalot sfida umilmente la durata di un’opera.

Infine, con Writer’s Block, per la prima volta l’artista si cimenta nel ruolo di live performer: in una sala attigua alla main room adibita a studio, lo scrittore resta inerme, incapace di trovare ispirazione per scrivere il prossimo progetto. L’artista viene così sopraffatto man mano dalle idee sbagliate, nonostante sia incitato in qualche modo da simboli, scritte e colori. Ma è quella stessa fase di apparente stallo la chiave di volta che gli permetterà di realizzare paradossalmente opere inattese e geniali.

Continua su Artribune. 

Share the post "La mostra di Daniele Sigalot in una fabbrica metalmeccanica piemontese"

  • Facebook
  • Twitter

Write Me On X

Tweet to @FabioPariante

Recent articles

  • Believing in the Creative Potential of Each Individual and in the Collective Transformative Power. Interview with Multidisciplinary Artist Marinella Senatore
  • Timeless Elegance in Vincent Peters’ Photographs. The Interview
  • Reborn with Art and Spirituality in the Works of the Italian Artist Filippo Biagioli
  • Strength, Resilience and the Power of Modern Women. Interview with Artist Stefania Tejada
  • Passion and poetry in the sculptures of the artist Ignacio Gana
  • Stopping Time and Memory Through His PolaWorks. Interview with Visual Artist Paolo Angelucci
  • Where Aesthetics Meet Biology, Politics, and Social Sciences. Interview with artist Erick Meyenberg
  • Symbols and myths in the works of the painter Helene Pavlopoulou
  • Biotechnology and Science in the Art of New Media Artist Soliman Lopez
  • Therapeutic sculptures between words and messages encoded in a luminous binary language. Interview with Adrien Marcos
  • The magic of digital artworks by artist Sara Shakeel. The interview
  • Luminous creatures float in the dark like dream paintings. Interview with light painter and photographer Hannu Huhtamo
  • Art between reflection and contemplation. Interview with media artist Enrico Dedin
  • Becoming Karl Lagerfeld: The Fashion Designer’s Legacy Told Through Melodie Preel’s Photography
  • The shadows that have never gone away in the shots of photographer Dominic Dähncke. The interview
  • Between glass sculptures and award-winning films. Interview with broken glass artist Niall Shukla
  • When communication is art and intuition. Interview with Silvio Salvo from the Sandretto Re Rebaudengo Foundation
  • All the nostalgia of your childhood in the 8-bit ceramic works of Toshiya Masuda
  • Telephone sheep and more in the conceptual art of artist Jean-Luc Cornec
  • The role of the museum in raising the profile of African art. Interview with Claire Breukel, Head of Global Patron of the Zeitz Museum of Contemporary Art Africa
©2025 FABIO PARIANTE | Design: Newspaperly WordPress Theme