Share the post "Impressioni ed espressioni, mostra antologica dell’artista Giovanna D’Agostino"
Da un’onirica fiaba orientale, con un brano di lussureggiante natura tropicale interrotta dalla figura di un giovane cacciatore alle prese con la sua preda sotto l’occhio vigile di un coloratissimo pappagallo, opera prima del 1958, a un vibrante Palazzo Donn’Anna d’impronta impressionista del 2017. Sono, questi, i due estremi dell’articolato percorso espositivo scandito da oltre 80 opere pittoriche che, riunite per l’occasione sotto il titolo Impressioni ed espressioni, a Napoli, Castel dell’Ovo dal 7 al 19 settembre 2017, raccontano la verve e la passione per l’arte di Giovanna D’Agostino.
Una peculiare ricognizione del viaggio che dal tempo dell’adolescenza in avanti, senza soluzione di continuità, la vede attraversare indenne le neoavanguardie degli anni Sessanta e tutto quello che ne viene dopo sino ai giorni nostri, mantenendosi fedele allo stile sin da subito privilegiato. Orientata soprattutto all’Impressionismo e all’Espressionismo, difatti, è con uguale entusiasmo e varietà di spunti che Giovanna D’Agostino, dopo un ampio periodo di attività e ricerca artistica, ancora coltiva il suo estro e la sua passione riversandoli in una più che vasta produzione.
Punto centrale della rassegna è il polittico La battaglia degli angeli, 5 tavole del 1998 dedicate ad altrettanti spiriti celesti – l’angelo di allerta, quello con la tromba e quello con lo scudo, ancora, quello vincitore e quello a cavallo –; poi, si spazia a tutto tondo.
Tra i suoi temi preferiti, cui ciclicamente fa ritorno, i ritratti alla famiglia e a se stessa e a tanti volti noti dello spettacolo, della moda e della contemporaneità in genere da cui in vari occasioni è rimasta colpita; tra questo, si distinguono il grande Eduardo De Filippo (1964), il compianto Massimo Troisi (1997), un intenso Papa Giovanni Paolo II (1999), la bella Carla Bruni (2008) raffigurata con un’aura da Madonna, l’intrigante Morgan (2009) e, ancora, San Gennaro (2009) ma anche San Francesco dei quali, sia pure con una discreta introspezione psicologica restituisce sue visioni personali; ancora, gli episodi e i momenti della tradizione partenopea, tra cui Tarantella sul Vesuvio (2003) e La Tarantella di Elena (2010) o L’ultima carrozzella di Posillipo – piazza San Luigi (1995); quindi, vasi di fiori, giardini di agrumi, terrazze panoramiche, località a lei particolarmente care quali Piazzetta di Seiano (1975), la Chiesa e il campanile del Carmine (2010).
Per finire, l’omaggio ai maestri, dunque, a Caravaggio con Bacco (1996), a Renoir con Le bagnanti (2013) a Degas con Ballerina (2000) e a tanti altri ancora cui, di volta, guarda secondo ispirazioni che si tirano l’un con l’altra, per associazione d’idee, situazioni, emozioni e sentimenti. Oltre la pittura, poi, anche la scultura, in argilla, che frequenta in maniera più alternata ma con uguale interesse e slancio, che formerà occasione di una successiva mostra.